F.lli Esposito                     © 2001 - 2008  by Carlo Esposito ex allievo del 189' corso

 
      
Palazzo Salviati su via della Lungara

Nell'estate del 1943 gli allievi, quasi totalmente, erano in licenza e l'8 settembre li trovò sparsi un po' dovunque in Italia. Occupato dalle truppe tedesche, il palazzo fu anche utilizzato per ammassarvi gli ebrei catturati a Roma nel tristemente famoso sabato 16 ottobre 1943, prima dei trasferimenti definitivi verso i campi di concentramento. Con il Corso "M.O. Guido Piratino" si chiuse quindi la vita della Scuola Militare a Palazzo Salviati. Ma i corsi proseguirono nelle sede provvisoria di via Aventina, occultati sotto il nome di "Liceo Convitto Salviati", per ragioni legate alle condizioni dell'armistizio. Ebbe fine in tal modo un cinquantennio di sto­ria, intrecciato fortemente con la storia nazionale, che aveva visto migliaia di giovani applicarsi allo studio in un ambiente prestigioso per le precedenti destinazioni, per la maestà dell'architettura e per il diuturno riferimento che la loro educazione faceva ai valori della patria, della fedeltà, dell'onore e del sacrificio individuale a favore della collettività nazionale, testimoniato dai nomi dei 185 caduti in tutte le battaglie, da Adua alla Resistenza, scolpiti sulle lapidi del Sacrario e dalle 44 Medaglie d'Oro appuntate sul Labaro dell'Associazione.

        
Il Sacrario di Palazzo Salviati

 
Il generoso tentativo di ufficiali ed allievi di tenere in vita l'istituto a nulla valse; il "Liceo Convitto Salviati" fu definitivamente sciolto nel 1946 dal Ministero della Difesa, quando fu deciso di mantenere in vita una sola scuola militare, quella della Nunziatella di Napoli. E qui, infatti, terminarono gli studi gli allievi superstiti. In tutti questi anni le strutture interne hanno subito radicali trasformazioni: dal Sacrario, trasformato in Cappella con la sistemazione dell'altare, furono asportate le motivazioni e i ritratti delle Medaglie d'Oro, dal cortile scomparvero le lapidi con i nomi dei Caduti, quella bronzea e quella marmorea, che recava l'epigrafe «Sic itur ad astra Manete sidus loci». Archivi e documenti della Scuola Militare, arredi e cimeli andarono irrimediabilmente perduti.  Dal 1955 Palazzo Salviati tornò all'Autorità Militare, che lo destinò a vari comandi e uffici. Attualmente è sede del Centro Alti Studi per la Difesa (C.A.S.D).

L'Ingresso

Immagine della città di Napoli secondo una stampa Londinese del 1755 ( I. Boydell )

   back                                                                                                    next

Questa pagina è curata da Carlo Esposito    carloesp@inwind.it        http://www.fratelliesposito.com