F.lli Esposito                                                   © 2008  by Carlo Esposito ex allievo del 189' corso

IL    5'   sc.   B

La classe è un carosello mattacchione di creature di ogni taglia, una parata di umanità costellata da nani,  terroni, culturisti, grassoni gelatinosi, travestiti, giganti col ventre a mongolfiera e ariani emigrati. E poi le facce: gli sguardi stralunati, le smorfie accattivanti, i ghigni lugubri o patetici. Astruse, spettrali, paffute, ridicole o pazze, sono facce che disinvoltamente si alternano con volti noti, rassicuranti, e che tutte insieme sfilano in un'ammucchiata sorniona e liberatoria. Tra una faccia e l'altra, di tanto in tanto spunta quella del caposezione: demiurgo o grande incantatore di facce che da 3 anni, instancabilmente comanda e gestisce tutto questo materiale umano (o umanoide) per plasmarlo, e ricomporlo. Nell'insieme risaltano volti interessanti, di mezza età, formosi, sensualoni, simpaticoni, volti esotici, ercoli, fusti, intellettuali, moscoviti, amorfi e deformi, facce di buontemponi, pacciocconi, musicisti, tardoni piacenti, acrobati, lottatori e nuotatori, facce da ladro, viriloni, ginnasti, malinconici agghindati, tozzi, ragazzi di vita, pompierazzi fottuti, scassascatole marocchini, paranoici, spiritati demoniaci, incalliti donnaioli, sadomasochisti, insaziabili dormiglioni, salici piangenti, smanicatori folli, perversi, libidinosi, rabbini, lebbrosi, patetici handicappati, e storpi focomelici che siedono, fumano, chiacchierano, accavallano le gambe, marciano, si soffiano il naso, usano la vaselina, si mettono di profilo, piagnucolano e si espongono ad ogni sorta di padulo viaggiante.

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ENTRA   NELLA   LEGGENDA

C'era una volta, nelle sperdute praterie di un promontorio tetro e arroccato sul mare e sferzato dalle onde oceaniche un vecchio castello arrossato dal sole. E mentre sul maniero calavano le prime ombre della sera a ponente sorgeva una luna rorida che illuminava il paesaggio roccioso circostante facendo scintillare in un gioco di mille riflessi l'umidità che avvolgeva ogni cosa corrodendo le cerniere cigolanti del ponte levatoio. Al primo grido dell'upupa il ponte con sinistri scricchiolii incominciò a sporgersi nel vuoto prima di toccare l'opposta sponda. Dal più profondo delle demoniache tenebre apparvero quasi d'incanto 18 cavalieri che erano riusciti ad individuare la mitica roccaforte grazie alle coordinate spazio-temporali fornite dal loro fidatissimo mago Apple 11. Cosa li aspettava? Non c'era tempo per farsi domande o per discutere sui vantaggi dell'impresa. Ormai erano giunti e non potevano tirarsi indietro. Un dubbio amletico assalì per un momento quello che sembrava essere il condottiero che guidava questa eletta schiera. Ma la scritta che egli scorse scolpita su quelle rocce fugò immediatamente ogni ulteriore perplessità. Come poteva difatti essere assalito dal pur più piccolo dubbio se quel motto latino riassumeva così chiaramente lo scopo del loro lungo viaggio attraverso lo spazio ed il tempo? «Memento audere semper», diceva la scritta scolpita sulla spada brandita da quella gigantesca statua posta a baluardo della fortezza, e nulla meglio di quella scritta poteva sintetizzare ciò che sentivano nel loro animo quei cavalieri sprezzanti di ogni pericolo. Questa è una storia dolorosa e lunga che rappresenta un po' la nostra storia vera: quella che fino ad ora ci si è presentata e che nel bene e nel male, nel dolore o nella gioia, abbiamo affrontata sempre tentando di andare avanti e cercando di fare sempre meglio. Ma la vita continua, la storia si ripete con cicli inarrestabili, e se oggi noi abbiamo quasi concluso questa nostra avventura, c'è chi domani rivivrà le nostre stesse paure, le nostre stesse gioie, le nostre aspirazioni e le nostre trepidazioni. A questi «cavalieri del domani» noi diciamo: ENTRA NELLA LEGGENDA.

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Questa pagina è curata da Carlo Esposito    carloesp@inwind.it bustalet.gif (154 byte)        http://www.fratelliesposito.com