F.lli Esposito                                                   © 2008  by Carlo Esposito ex allievo del 189' corso

III    CL.   B
Addio, cara Nunziatella.

Essermi dato a te per tre anni, cara Nunziatella, non è uno scherzo. D'altronde, uno scherzo non può durare tre anni. Momenti di profonda tristezza si sono avvicendati a quelli più coloriti di allegria e, talvolta, di felicità. Sentimenti di odio e di amore, abbiamo nutrito verso di te, ma questo è stato lo strumento col quale mi hai potuto forgiare come uomo responsabile, conscio degli effetti delle mie azioni, punitore di me stesso ogni qualvolta ho giustamente ravvisato una mia mancanza. Naturalmente ogni gioia o ogni dolore veniva a misurarsi con quella gioia e quel dolore dell'altro che mi stava affianco, e mi accorgevo che anche l'altro era nelle mie stesse condizioni, forse più serene o forse più cupe, ma così, non fece altro che stringere quei fragili fili che all'inizio avevo debolmente cucito col prossimo, il quale così, nel breve e lungo giro di questi giorni vissuti, mie diventava amico. L'amicizia a tal punto non si riduceva a una questione di simpatia, di semplice accordo, ma assurgeva a divinità di te stessa, cara Nunziatella, a idolo nascosto della mia vita, presente in ogni ora e in ogni dove davanti a me. Ciò non avveniva, comunque, per sciocco perbenismo, per nota educazione, ma proprio perché ognuno di noi esisteva nell'intimo dell'altro, tutti vicini, insieme nello stesso moto del tempo, incontrando il quale noi risponderemo col coraggio della nostra unità, con la silenziosa speranza del nostro affetto sincero.  Ecco la nostra fortuna! Aver avuto qui da te l'occasione, che mai più a me si presenterà, di verificare e di accettare, dietro severa critica, i principi fondamentali di una vita comunitaria, di una vita statale, di una vita civile: lealtà, serietà di impegni, coraggio e insistenza nel perseguimento di certi ideali, ma soprattutto la ricerca attiva di quella giusta armonia democratica che deve costituire la base di ogni organismo umano. Vorrei tu non credessi che queste parole siano solo insipida retoricità o elegante congedo di prassi, ma sono sicuro che ti sei già accorta della nostra sincerità, almeno oggi che ti lasciamo, ma non per sempre, almeno oggi che non desideriamo né riusciamo a ricordare tutte le impre­cazioni lanciate contro di te nei momenti di profonda depressione che non ci hai negato, almeno oggi, giorno in cui a qualcuno è già comparsa una lacrima, almeno oggi che dobbiamo dirti addio, almeno oggi che lascio una fetta di me stesso.   Addio, cara Nunziatella.   Il tuo III Classico B

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